venerdì 28 febbraio 2014

KAZAKISTAN, UN'EPIDEMIA DI SONNO HA COLPITO UN'INTERA CITTA'

Che il sonno sia un grande seduttore che rapisce in alcuni momenti della giornata si sa, ma che arrivi a colpire una città intera è più difficile da immaginare. Una vera e propria epidemia di sonno ha messo sotto scacco gli abitanti della città di Kalachi, un paese a nord del Kazakistan. Le persone manifestano stanchezza continua, debolezza, sonno e addirittura perdita della memoria.
 
Definita dai medici come "epidemia di sonno", la strana diffusione dei medesimi sintomi si riscontra in soggetti che non hanno tra di loro alcun vincolo di parentela e non sono neppure conoscenti. Ricercatori e specialisti stanno analizzando il singolare caso senza riuscire a venirne, al momento, a capo. Dagli esami medici effettuati sugli "infetti" non emerge alcuna anomalia.
 
L'unico tentativo di spiegazione potrebbe provenire dalla vicina miniera d'uranio che però è chiusa da oltre trent'anni. Gli abitanti di Kalachi  mai prima d'ora avevano riscontrato questi sintomi inusuali. Le autorità hanno predisposto la misurazione del livello di radiazioni presenti nella zona. I livelli tuttavia sono nella norma.
 
Il mistero, dunque, resta e gli abitanti di Kalachi, tra uno sbadiglio e una dimenticanza, devono continuare a proseguire la routine quotidiana sperando che, prima o poi, Morfeo decida di abbandonare finalmente la città.

giovedì 27 febbraio 2014

AUSTRALIA: UNA DONNA SI SVEGLIA DAL COMA E PARLA UN'ALTRA LINGUA

Potrebbe essere la fantasia inconscia di molti quella di iniziare a parlare un'altra lingua senza neppure averla studiata, ma non per la donna australiana cui è davvero accaduta la strana vicenda. Si tratta di un caso avvenuto in Tasmania che riguarda una signora vittima di un incidente stradale che le ha causato il coma. Dopo il risveglio, la donna ha iniziato a parlare, inaspettatamente, con l'accento francese. Ciò l'ha resa infelice provocandole ansia e depressione.
 
Gli scienziati definiscono questa rara disfunzione neurologica "sindrome dell'accento straniero", una patologia clinica causata da un ictus o da un forte trauma che costringe a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso da quello conosciuto fino a quel momento. Le parti danneggiate del cervello sarebbero quelle che ospitano le funzioni linguistiche che determinano la lunghezza delle vocali o l'intensità del suono, cioè proprio i caratteri che definiscono un accento.
 
Negli ultimi 70 anni, sono stati registrati nel mondo solo 62 casi. Nulla a che vedere con la xenolalia, la capacità attribuita a medium e indemoniati di parlare lingue sconosciute. Il primo caso fu accertato nel 1941 e riguardò una giovane della Norvegia che, ferita alla testa a causa di un bombardamento, si risvegliò parlando con un marcato accento tedesco. Un caso recente riguarda, invece, una ragazza croata che, dopo il coma, ha iniziato a esprimersi perfettamente solo in lingua tedesca non ricordando più il croato, la sua lingua madre. Altro caso è quello di un uomo inglese che, dopo aver subito un ictus, ha cominciato a parlare con un accento gallese.
 
Fatti come questi dimostrano che la lingua parlata da una determinata persona fa pienamente parte della sua identità. Quando il linguaggio subisce un'alterazione a causa di fattori esterni, l'individuo vive un trauma difficile da superare ma soprattutto, come nel caso della signora australiana, complesso da accettare.
 
 
 
 
 
 

mercoledì 26 febbraio 2014

CINA, IN UNA CUCINA SU DIECI SI UTILIZZA UN OLIO RICAVATO DALLE FOGNE



Anche le fognature possono essere una fonte di approvvigionamento da utilizzare per condire i piatti. Succede in una Paese come la Cina che non smette mai di stupire per la sua capacità di non buttare proprio nulla, senza badare alla salute dei consumatori.

In una cucina cinese su dieci, soprattutto in quelle dei venditori ambulanti, è utilizzato un olio ricavato dalle fognature. L’olio “di fogna” viene prodotto con olio di scarto recuperato anche dai resti dei macelli e dei filtri. Il tutto viene poi processato chimicamente e rivenduto come olio alimentare. Secondo alcuni esperti, questo olio conterrebbe anche agenti cancerogeni e diverse tossine.


Il governo cinese ha, ovviamente, vietato il suo utilizzo infliggendo norme severe sulla sua vendita. Un uomo è stato condannato all’ergastolo per avere prodotto e venduto questo finto olio. Nonostante il recente caso, ancora le autorità non sono riuscite a fermare la diffusione di questo ricavato.


Attenzione sempre dunque al cibo “made in China”.

martedì 25 febbraio 2014

SCOZIA, UN CANE SI "LAUREA" ASSISTENTE ANTI-ALZHEIMER

 
 
Si chiama Kaspa, è un Labrador Retriever ed è un amico a quattro zampe davvero speciale: è il primo cane che si è “laureato” assistente anti-Alzheimer grazie a un progetto delle associazioni Alzheimer Scotland, Dogs for the Disabled e Guide Dogs Scotland. Kaspa ha già preso servizio in Scozia. Ogni giorno ricorda a Ken, il suo proprietario, di prendere le medicine, magari portandogli il sacchetto che le contiene, e di leggere i bigliettini lasciati dalla moglie per non permettere che si dimentichi di chiudere la porta a chiave o di spegnere il forno. La speciale formazione del Labrador, durata otto mesi, è nata da un’idea promossa dagli studenti della Glasgow School of Art. L'ennesima dimostrazione di quanto i cani siano davvero i migliori amici dell'uomo.
 

lunedì 24 febbraio 2014

BRASILE, UN UOMO ASSISTE AL PROPRIO FUNERALE


Rischiava di finire come “Il fu Mattia Pascal” il protagonista di questa storia, portando i fiori sulla sua stessa tomba. Perché il fatto di pensarsi morto e di vedere gli altri che ti considerano tale avvicina, in maniera quasi macabra, il protagonista dell’insolita vicenda con il personaggio pirandelliano. Un muratore brasiliano ha partecipato al proprio funerale ma da vivo e i suoi familiari addolorati per la presunta perdita sono rimasti senza parole. Si tratta di uno scambio di persona avvenuto a causa di un incidente stradale.

L’uomo di 59 anni residente in Brasile, una sera, era uscito con i propri amici per trascorrere un po’ di tempo all’insegna della spensieratezza. Un drink di troppo e i componenti del gruppo si sono ritrovati ubriachi. Ognuno, nonostante la quantità di superalcolici bevuti, è tornato con serenità nella propria abitazione, tranne il muratore che si è addormentato sul sedile della propria vettura. Caso vuole che si verifichi un incidente mortale proprio nella stessa strada che avrebbe dovuto percorrere per tornare a casa. L’equivoco è sorto perché i conducenti delle auto coinvolte nell’incidente erano irriconoscibili. Tirate troppo presto le conclusioni di chi fossero i corpi e il muratore è stato dichiarato morto.

In Brasile è consuetudine celebrare i funerali il giorno successivo al decesso. La famiglia, dunque, fa celebrare, in fretta e furia, la cerimonia funebre. Durante il funerale però succede qualcosa di inaspettato: l’uomo, creduto morto, entra in chiesa e si dirige verso i propri parenti e amici sconvolgendo tutti. La cerimonia è stata così interrotta dalla stessa persona che si stava commemorando. L’identità della vera vittima dell’incidente è stata, in seguito, scoperta e la polizia locale ha consegnato il corpo alla famiglia del defunto.

Storie che sembrano fantasia ma sono reali quanto reale è la follia della vita che incastra la nostra storia a quella di qualcun altro e miscela l’esistenza al trapasso facendo credere che alla morte, non sempre, spetta l’ultima parola.

domenica 23 febbraio 2014

CANADA 1986: IN UNA FAMIGLIA IL TEMPO SI È FERMATO


Fa venire subito in mente, a chi lo avesse visto, il film “Midnight in Paris” la storia di una famiglia canadese che ha deciso di vivere per un anno intero come se il tempo si fosse fermato al 1986. La scelta dei due coniugi è stata presa dopo che, un giorno, uno dei bambini della coppia invece di preferire di trascorrere il pomeriggio a giocare in giardino, ha optato per restare in casa con il proprio iPad. Così i genitori, inorriditi dalla preferenza di un mezzo tecnologico rispetto al giocare all’aria aperta, hanno preso una scelta radicale: bandire per dodici mesi la modernità e vivere come se fosse, appunto, il 1986. Alla faccia della nostalgia per gli anni Ottanta! La scommessa, a dir poco estremista, ha lo scopo di consentire ai figli di due e cinque anni della coppia di scoprire il piacere di riuscire nelle piccole cose quotidiane senza dover necessariamente ricorrere alla tecnologia per ogni necessità.
L’esperimento sociologico si sta svolgendo in Ontario e rappresenta una sfida giornaliera che mette, talvolta, a dura prova chi del progresso tecnologico sta provando a fare a meno. Nella casa della coppia non ci sono né tablet né smartphone, non vi è alcuna connessione a internet, la televisione è analogica e la musica si può ascoltare solo attraverso dei mangianastri. Le foto, inoltre, vanno scattate con l’utilizzo della pellicola e le vacanze si programmano con mappe di carta. E il look? Rigorosamente ispirato al decennio scelto per la sfida. Il capofamiglia, ad esempio, si è trasformato in una sua ipotetica versione anni ‘80, con capelli lunghi e baffi folti.
Follia? Malinconia per un tempo passato? Chissà! Resta il fatto che un po’ di sana vita lontano da quegli apparecchi che ci rendono il più delle volte loro schiavi sarebbe, ogni tanto, la soluzione per ritrovarsi e “connettersi” agli altri… per davvero.

sabato 22 febbraio 2014

LO SCOIATTOLO VOLANTE SI AGGIRA PER NEW YORK CITY


No, questa volta la curiosa notizia non è riconducibile al più famigerato pipistrello dal nome Batman che si aggira “in notturna” combattendo il crimine, ma è una news che fa pensare piuttosto al cartoon di Bullwinkle J. Moose in cui troviamo un alce un pò tonto che vive con lo scoiattolo volante Rocky, per l'appunto, nella città immaginaria di Frostbite Falls nel Minnesota. Divagazioni a parte, lo scoiattolo volante esiste davvero ed è un residente straordinariamente ben adattato di New York City. Con una preferenza per i vecchi boschi di faggi e querce, questi scoiattoli sono principalmente animali notturni. Lo scoiattolo volante, ovvero il Glaucomys volans, in realtà non vola ma scivola. Quando uno scoiattolo salta dal suo trespolo in un albero alto, allarga le sue membra, allungandole dai polsi fino alle caviglie. In questo modo uno scoiattolo lungo meno di 10 centimetri (compresa la coda che rappresenta quasi la metà di quella lunghezza) può, in un solo balzo, coprire 150 metri o più scivolando attraverso le cime degli alberi senza sforzo.

Un salto di notte, attraverso una fitta chioma di foglie e rami, richiede sensi acuti e lo scoiattolo cosiddetto volante è adeguatamente attrezzato. Gli enormi occhi marroni che li rendono così irresistibili per gli esseri umani sono in realtà una parte significativa della strategia di sopravvivenza di questi animali. Uno scoiattolo coordina prima, con i movimenti della sua testa e quindi dello sguardo, i suoi salti più lunghi, dimostrando un senso spaziale avanzato.

Gli scoiattoli volanti sono inoltre dotati dei baffi più lunghi esistenti nella loro specie animale.
Queste lunghe vibrisse, in volo, puntano in avanti diventando un riferimento per i movimenti tra gli spazi stretti esistenti tra le fronde degli alberi.

Gli scoiattoli volanti mangiano una grande varietà di cibi, dalle ghiande e noci di faggio alla frutta, funghi e persino uova o uccellini accovacciati nei nidi. Ma, come regola generale, sono attratti dalle fonti d'acqua che incontrano, cosa che li rende facilmente reperibili nelle zone dei boschi dove è presente acqua fresca.

La prossima volta che visitiamo un parco, diamo un’occhiata al cielo, magari al posto di un uccellino troveremo uno scoiattolo… che vola.


venerdì 21 febbraio 2014

SPAGNA, IL POPOLO CHE VIVE ALLA LUCE DELLA LUNA


Quando si pensa al “popolo della notte” subito vengono in mente giovani in fila davanti al pub o alla discoteca di turno, drink sorseggiati per le strade illuminate a giorno anche alle tre di notte, piazze piene di gente che chiacchiera seduta a un tavolino. Ma non si pensa, magari, ai nostri vicini spagnoli che alle dieci di sera iniziano la loro cena magari seduti a un ristorante che ha aperto da pochi minuti. Proprio quando in molti Paesi scatta l’ora di andare a dormire, in Spagna è ora di cenare. Anche molti programmi in tv iniziano la loro “prima serata” a quell’ora. I sondaggi mostrano che quasi un quarto della popolazione spagnola guarda la televisione tra la mezzanotte e l’una. Chi la mattina si alza molto presto non ha abitudini differenti perché questi orari, per molte persone considerati insoliti, sono la normalità.

La Spagna, che adesso sta cercando di riprendersi da una crisi economica devastante, vuole cambiare rotta a partire dalle lancette dei propri orologi. Ciò rappresenterebbe una vera rivoluzione per la vita spagnola. Per decenni, infatti, molti ispanici si sono concessi una lunga pausa pranzo con siesta inclusa. Applicando una nuova pianificazione del tempo, l'elastico giorno lavorativo sarebbe rimodulato secondo un orario più in linea con gli standard europei, ovvero dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio. Anche l’inizio dei programmi televisivi sarebbe previsto un'ora prima. Alla base delle modifiche proposte c’è una variazione del tempo stesso che avverrebbe portando indietro gli orologi, appunto, di un'ora.

Il programma nazionale attuale può essere fatto risalire alla seconda guerra mondiale quando il dittatore spagnolo Francisco Franco fece spostare gli orologi in avanti di un’ora per allinearsi con la Germania nazista. Lo stesso fece a quel tempo il vicino Portogallo. Dopo la sconfitta di Hitler, però, il Portogallo tornò a misurare il suo tempo in relazione al meridiano di Greenwich, mentre la Spagna no.

Per il momento, il governo spagnolo sta lavorando alla campagna di ottimizzazione del tempo. Nel mese di settembre scorso, una commissione parlamentare ha raccomandato di mettere indietro gli orologi di un'ora introducendo una normale giornata lavorativa di otto ore. Fino ad oggi, comunque, il governo non ha ancora intrapreso alcuna vera azione in proposito. Le vecchie abitudini sono dure a morire…

giovedì 20 febbraio 2014

RENO, RITROVATO IL TESORO DEI NIBELUNGHI?


Sognatori o no, l’inesauribile ricerca del tesoro spesso arreca a chi la intraprende buoni frutti, sorprendendo i più razionali e disincantati con scoperte inaspettate. E’ proprio il caso di un archeologo “improvvisato” per hobby che con il suo metal detector ha trovato un tesoro di oro e argento in una foresta tedesca, alimentando le fantasie sul leggendario tesoro dei Nibelunghi che ha ispirato la celebre saga del 1848 di Richard Wagner. Il bottino ammonta a circa un milione di euro e comprende oggettistica, spille, monili e anche statuette. Pare che, in base alla datazione del tesoro e al luogo del ritrovamento nei pressi nello stato tedesco della Renania-Palatinato, la fortunata scoperta combaci con l'epoca della leggenda dei Nibelunghi. Anche se non si potrà capire se il tesoro è davvero il famoso "Oro del Reno", resta comunque il fatto che sembra essere stato sepolto in fretta e furia dal suo proprietario o da ladri intorno al 406-407 a.C.

Secondo la leggenda dei Nibelunghi, il guerriero Hagen uccise il drago Siegfried e affondò il suo tesoro nel Reno. Il fiume ha modificato molte volte nei secoli il suo corso e questo può far pensare che i preziosi lasciati in fondo alle sue acque si siano, di conseguenza, spostati. Ma qui sconfiniamo nelle supposizioni e quello che comunque rimane è il dubbio che lascia spazio all’immaginazione e permette ancora di credere, di sperare in un mondo dove la fantasia possa, almeno ogni tanto, coincidere con la realtà.

mercoledì 19 febbraio 2014

USA: LA DIRIGENZA È DONNA


Negli Usa, la scalata verso il successo ha i connotati femminili. Le donne occupano, infatti, il 18% delle poltrone delle cento aziende più importanti degli States. A rivelarlo è uno degli ultimi studi pubblicati dall’Harvard Business Review. Negli anni Ottanta nessuna delle cento compagnie riservava posti di spicco al gentil sesso e nel 2001 solo l'11% dei posti di lavoro di alto rango è stato occupato da donne. Ora la conquista del 18% fa ben sperare nelle pari opportunità di genere. Lo studio ha rivelato una media di circa 28 anni affinché le donne raggiungessero le posizioni più ambite, contro i 29 anni per gli uomini.  
A ricoprire ruoli di responsabilità sono anche professionisti che hanno studiato all’estero. A dispetto dei college riservati ai più facoltosi come Yale e Harvard, alla ribalta troviamo figure professionali che si sono laureate nelle università pubbliche, considerate generalmente meno prestigiose e dunque meno formative. Addirittura, sempre secondo lo studio, i leader con diplomi di laurea rilasciati da college non privati sono ora la maggioranza. Un vero e proprio sovvertimento che potrebbe far ben sperare alle classi sociali meno abbienti di fare strada anche senza doversi indebitare per pagare gli studi ai propri pargoli. Gli uomini che hanno studiato fuori degli Stati Uniti detengono circa l'11% delle posizioni di vertice, un notevole aumento rispetto al 2% stimato nel 1980.
Negli Usa, d’altronde, si sa che la figura dell’outsider ha sempre riscosso un certo successo, ma questa volta ha fatto proprio carriera spodestando, il più delle volte, il perfetto white collar istruito fin dalla tenera età. Cambio di rotta? Chissà, d’altronde le vere rivoluzioni culturali sono partite sempre “dal basso”.

martedì 18 febbraio 2014

QUANDO I PUB INIZIARONO A PERDERE LA LORO PATRIA



E’ singolare pensare come i pub, la cui esistenza sembra essere connaturata da sempre e imprescindibilmente alla British life, inizino a sgretolare le loro fondamenta sotto i colpi incessanti della crisi. Altro che bere per dimenticare! In Gran Bretagna, tra le principali attività che stanno capitolando di fronte a un’economia non più rassicurante ci sono proprio i famigerati pub.
Un esempio per tutti viene dal sobborgo londinese di Hampstead, zona ricca e benestante della capitale inglese dove sono ubicate alcune delle ville più costose del mondo. Proprio in questo angolo d’Europa, dove il lusso sembra essere alla portata di tutti, locali come “The Nags Head” sono diventati uffici immobiliari, “The King of Bohemia” ora è un negozio di abbigliamento, mentre “The Hare & Hounds” è stato sostituito con un condominio. Anche qui, dunque, i pub non si sono sottratti al declino. La routine britannica, dettata da un consueto drink a fine giornata, ha dovuto fare a meno di circa quattro locali su cinque, salvandone uno solo.
Ma al tramonto di uno dei simboli britannici per eccellenza, il governo non è rimasto a guardare. Una normativa ha fatto sì che la gente potesse, attraverso una petizione, designare un pub come un “asset of community value”, ovvero un “bene di comune valore”, un status che conferisce all’immobile un livello di protezione dinnanzi alla minaccia di una eventuale demolizione, favorendo, con determinate agevolazioni, gruppi di persone intenzionati a rilevare l’attività. Un piccolo passo per contrastare imprenditori incalliti pronti ad acquistare locali in perdita per costruire ville o altro. Il primo pub a ricevere, lo scorso anno, il particolare status è stato l’ “Ivy House”, un luogo d’incontro a sud di Londra. Dopo il primo locale salvato, circa 300 pub si sono sottratti al baratro grazie a questa norma.
Necessaria arriva, dunque, una riflessione tutta italiana. Nel Bel Paese un semplice status determinato per legge conferito a un’attività commerciale potrebbe salvare dal fallimento diversi esercenti? L’esempio britannico dimostra come talvolta basta davvero poco per salvare una piccola fetta di economia o, perlomeno, provarci coinvolgendo i cittadini a divenire parte attiva del rilancio economico. Alla salute!