venerdì 30 gennaio 2015

RUSSIA, OLIGARCA ABBANDONA LA RICCHEZZA PER LA LIBERTA’


Non sempre i soldi fanno la felicità. Lo ha capito bene German Sterligov, milionario russo che ha lasciato tutto per andare a vivere in campagna. Follia? A detta dell’oligarca, un’intelligente scelta di vita in nome della libertà.

Vivo nella bambagia. Sono libero - ha dichiarato -. Non dipendo da nessuno, siamo totalmente autosufficienti. Molti miei amici pensano io sia uscito di testa, ma credo che i fatti mi stiano dando ragione”.

Niente rimorsi, dunque, per Sterligov. E dire che a soli 24 anni ha fondato un’azienda che gli ha permesso di diventare uno degli uomini più ricchi e potenti della Russia. Dopo la caduta del comunismo, l’oligarca, approfittando della mancanza di una regolamentazione nel Paese, ha costruito rapidamente un impero economico con uffici anche New York e a Londra. La sua scalata verso il successo cominciò quando prese in prestito denaro dalle istituzioni finanziarie. Dopodiché investì in azioni e creò una società commerciale internazionale. Nel periodo di massimo splendore, l’impresa contava più 2,500 persone assunte.

L’ambizioso Sterligov, in seguito, ha tentato anche di correre per la presidenza russa a metà degli anni Duemila. Un giorno però, anche a causa della crisi, ha deciso di cambiare il corso del suo destino per essere completamente autosufficiente dalla società. Così ha costruito una fattoria in campagna per andarci a vivere con tutta la sua famiglia. Adesso mantiene se stesso, la moglie e i figli con i frutti provenienti dalla terra che coltiva. “Siamo riusciti a fuggire da Mosca e dalla sua atmosfera mercenaria, piena d’invidia e trambusto”, ha raccontato.

Nella sua nuova casa non c’è elettricità e l’abitazione più vicina si trova a 11 km di distanza. Ma, talvolta, come insegna German, la vera ricchezza è lontana dai grattacieli e più vicina alla natura.

(Fonti: news.bbc.co.uk / notizie.delmondo.info / Youtube)

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venerdì 23 gennaio 2015

REGNO UNITO: ESTINGUE IL MUTUO MA, MALATO DI CANCRO, RISCHIA LO SFRATTO


E’ proprio vero che nel momento del bisogno l’umanità, spesso, si ritrova unita nella battaglia che di uno diventa di tutti. Come accade a Nottingham, città del Regno Unito, capoluogo della contea del Nottinghamshire, in Inghilterra. Proprio qui, oggi, si sono riunite più di 300 persone per dare il proprio sostegno a Tom Crawford. Quest’uomo di 63 anni è malato di cancro e sta combattendo contro la malattia per continuare a vivere. Ma un’altra lotta si è aggiunta a quella in corso. La Bradford & Bingley, banca britannica specializzata nel credito immobiliare, ha messo alla porta Crawford rivalendosi sul suo mutuo. A detta, infatti, dell’Istituto di credito ipotecario, l’uomo deve ancora saldare un debito di circa 43mila dollari. Secondo Tom, invece, il mutuo è stato già estinto e non deve neppure un penny.

 
La figlia di Crawford ha promosso una richiesta di sostegno su Facebook, accolta con successo. Centinaia di persone, infatti, si sono radunate attorno alla casa per unirsi a questa battaglia. Molti arrivano da altri Paesi, come l’Irlanda, per sostenere la nobile causa.
Lo stesso riscontro positivo si registrò l’anno scorso nel mese di luglio, quando confluirono in quella piccola stradina di Nottingham, dove vi è l’abitazione di Crawford, più di 200 stranieri. In quell’occasione, era arrivato un avviso di sfratto sempre da parte della Bradford & Bingley Bank. Allora, la protesta diede i suoi frutti sperati e l’ipotesi di sfratto sfumò. “Anche questa volta sono determinato - ha dichiarato Tom -. Non me ne vado da questa casa. Ci ho vissuto per ben 25 anni”. Per la seconda volta, l’uomo è costretto a difendersi dagli ufficiali giudiziari.

Crawford ha anche girato un video nel 2014 sulla sua drammatica situazione e lo ha caricato su YouTube. Circa 25,60o le visualizzazioni. Anche quest'anno, il 17 gennaio, ha postato un nuovo appello registrando più di 4,300 visite.

Andrew Southard, uno di quelli che ha risposto alla richiesta, ha guidato quasi 100 miglia per aiutare Crawford anche questa volta. "Il sostegno è molto apprezzato da Tom - ha confermato -. Spero che le persone che arrivano qua aumentino sempre di più".

Intanto la UK Asset Resolution Limited, una holding che opera per conto di Bradford & Bingley, fa sapere:"L'Istituto ha seguito le procedure legali corrette e ora è legalmente autorizzato a prendere possesso della struttura a seguito della sentenza del giudice e della corte. Abbiamo un ordine di possesso valido che è esecutivo".

Chi ha ragione? Schierati su un fronte oppure su quello opposto, di certo un'intera famiglia rischia di finire sotto i ponti e di combattere il cancro senza un tetto sicuro sopra la testa. Si dice che l'unione fa la forza. Speriamo che anche questa volta sia così.
(Fonti: nottinghampost.com - itv.com/news - YouTube)
 
GUARDA L'APPELLO DI TOM CRAWFORD CARICATO DA LUI STESSO SU YOUTUBE
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                                                 https://www.youtube.com/watch?v=1_np7fv2xxs
 
 
LE CENTINAIA DI PERSONE ACCORSE DA OGNI LUOGO DEL REGNO UNITO PER SUPPORTARE TOM E LA SUA FAMIGLIA.
 
 

lunedì 19 gennaio 2015

GRAN BRETAGNA, CAPITANO DELL’ESERCITO DIVENTA DONNA AL RITORNO DAL FRONTE


Diventare donna ha rappresentato una battaglia ben più grande di combattere al fronte. Così Hannah Winterbourne ha definito la sua esperienza di cambiamento di sesso. Unico caso di ufficiale transgender nell'esercito, il capitano britannico ha dichiarato di aver trovato se stessa mentre era in missione in Afghanistan. Proprio combattendo al fronte, la Winterbourne ha deciso di diventare, da giovane uomo, una ragazza.

Già all’età di 23 anni, era sorto in lei il desiderio di mutare genere. Solo in seguito però decise di portare avanti la trasformazione, iniziando la terapia ormonale. Hannah Winterbourne ha confidato di aver vissuto per tanti anni una recita, soprattutto quando dovette passare alla prima unità e gestire, sotto il proprio comando, numerosi soldati. In quel periodo sopportò la sua condizione di uomo per il bene della missione.

Al rientro però, il capitano dei Royal Electrical Mechanical Engineers ha trovato il coraggio per intraprendere il cambiamento. La 27enne, che ha comunicato la decisione ai suoi superiori, si è detta felice per il gesto compiuto.

Nonostante adesso il capitano britannico vesta i panni di una signora, il suo sogno rimane sempre lo stesso: diventare un ufficiale di sua maestà. Una ufficiale gentildonna.
 

(Fonti: www.telegraph.co.uk - www.thesun.co.uk)
 

 
 

venerdì 16 gennaio 2015

PAKISTAN, UNA CREATURA MITICA METÀ DONNA E METÀ VOLPE ALLO ZOO


Si chiama Mumtaz Begum Africa Wali ed è una creatura leggendaria nata in Africa 35 anni fa. Si nutre di frutta e succhi ma anche di dolci. Conosce molte lingue e svariati dialetti e sa anche predire il futuro. Finzione o realtà? Se si dovesse guardare con gli occhi di un bambino, questa creatura metà volpe e metà donna sembrerebbe proveniente dal mondo dei miti e delle leggende e lascerebbe, quindi, attorno a sé il dubbio sulla sua reale esistenza. Con gli occhi di un adulto, invece, tutti i dubbi sono fugati all’istante quando si entra allo zoo di Karachi, in Pakistan. Questa, infatti, è la “dimora” dell’ibrido animale che, in realtà, è un uomo travestito da donna. Si tratta di una finzione divenuta la principale attrattiva del giardino zoologico pakistano. Il giovane, che fa quello che si potrebbe benissimo definire come uno dei mestieri più “strani” al mondo, si chiama Murad Ali. Il trentatreenne, che ha “conquistato” questo posto di lavoro, ha seguito le orme del padre che smise di interpretare il ruolo 16 anni fa. Il ragazzo impersona la mitica figura con entusiasmo: “La gente che viene qua va via felice. E saperlo rende felice anche me. C’è un legame d’amore tra loro e me. La vita è molto breve: dovrebbe essere impiegata regalando sorrisi”.

Come ogni “stranezza” che si rispetti, non mancano le opposizioni e le critiche che hanno definito l’esibizione “deprecabile e ignobile”. Lo zoo, nella persona del direttore responsabile, ha ricevuto pareri contrari perché molti ritengono che natura e fantasia non andrebbero mescolati. Alcuni visitatori, invece, hanno apprezzato lo spettacolo affermando che Mumtaz Begum Africa Wali è solo un’invenzione per suscitare divertimento e curiosità senza ledere o offendere nessuno. Intanto, dopo questa nuova attrattiva, tra l’altro a norma di legge, il pubblico è aumentato.

Perché a impersonare questa creatura mitica metà donna e metà volpe non è una ragazza? Il direttore ha spiegato che la scelta di un attore è ricaduta su un uomo per tutelare l’interprete dello spettacolo da eventuali commenti negativi. Se qualcuno volesse candidarsi per ricoprire questo insolito ruolo si prepari bene per le selezioni. Dallo zoo fanno sapere che, oltre alle doti recitative, passano al vaglio anche il numero di dialetti e lingue che il candidato conosce, fondamentali per interagire al meglio con i visitatori.
(Fonte: notizie.delmondo.info - m.niusnews.com)
 
GUARDA IL VIDEO SU Mumtaz Begum Africa Wali AL LINK
 
 
 

mercoledì 14 gennaio 2015

RUSSIA, LA CITTÀ PIÙ FREDDA DEL MONDO SI CHIAMA JAKUTSK


Il suo record l’ha raggiunto nel febbraio del 1891 quando si registrarono -64,4 gradi. Con questa temperatura minima assoluta, Jakutsk si è aggiudicata il titolo di città più fredda del mondo abitato. L'unico episodio in cui il record è stato superato si attesta nel 1933 nel villaggio di Oymyakon, in Russia, nell’Est della Siberia, quando si toccarono -67,7°C. Seguono il primato la città di Ust'-Nera, piccola località della Russia nord orientale considerata un cosiddetto polo del freddo in cui si sono raggiunti e superati i -60°C, e la città di Verchojansk, ubicata nella Siberia orientale, con la minima del mese più freddo di gennaio di -47,7 °C.  

Fondata nel 1632 dai cosacchi, Jakutsk è oggi capoluogo della Sacha-Jacuzia, repubblica autonoma della Russia. La città si sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento grazie alle miniere d'oro e carbone della zona. Il gelo che si respira in questa città provoca brividi non soltanto nel corpo ma anche nell’anima. Sotto il regime comunista (dal 1929 fino alla morte di Stalin nel 1953), la gente veniva spedita qui in punizione costretta a lavorare per l’estrazione del carbone a beneficio dei riscaldamenti della Grande Russia. Lo sfruttamento di manodopera condannata ai lavori forzati proveniva dai gulag, i campi di concentramento dove furono deportati tra i 15 e i 18 milioni di persone e dove, probabilmente, morirono di lavoro, di freddo, di malattie e di violenze varie 2 milioni di individui.

Tornando ai giorni nostri, campi di concentramento non ce ne sono più perché chiusi ufficialmente dal 1960, ma di certo questa città non si può dire che riscaldi i cuori con bellezze naturalistiche (escluse le distese di neve, s’intende) e con attrattive. Il massimo svago si può avere visitando l’università della zona, o organizzando una visita al museo nazionalista, oppure andando alla stazione meteorologica a consultare tutti i record climatici di scala mondiale. Tutto ciò è possibile ovviamente quando il clima è, per così dire, mite. Cioè quando il termometro sfiora i -10°C. In realtà la vera sfida quotidiana prosciuga tutte le energie dei suoi abitanti: cercare di non congelare. Se, infatti, ai residenti della città riesce con fatica, a tutto ciò che li circonda non riesce affatto. Quasi impossibile un’alimentazione variata che consenta, ad esempio, di mangiare verdura o frutta. Qui si vendono nei mercati soltanto pesce e carne. Le toilette sono costruite all’esterno delle abitazioni per evitare che le tubature ghiaccino, mentre le automobili rischiano di non riaccendersi se lasciate all’aperto spente. I più temerari? I viaggiatori e i fotoreporter che raggiungono questi luoghi per raccontare un angolo di mondo dove il brivido fa da padrone.

(Foto fonte: forum.aktuell.ru)