Una spina, solo una spina la separava dalla morte. Proprio
quel filo che la teneva in vita e segnava il confine con l’aldilà è stato
staccato, segnando la fine di un’esistenza di coraggio e altruismo. E’ la
storia di Tugce Albayrak, giovane uccisa per aver difeso due ragazzine dalle molestie di un
branco di bulli.
Circa quindici
giorni fa, nei bagni di un fast-food di Offenbach, poco distante da Francoforte, la
studentessa tedesca di origine turca si è trovata, per caso, ad assistere a un
tentativo di stupro da parte di alcuni balordi su due minorenni ubriache. Tugce,
di fronte alla scena, non si è tirata indietro ed è intervenuta riuscendo a
salvare le malcapitate. Purtroppo il triste episodio non si è concluso in
quella toilette ma ha avuto il suo terribile epilogo nel parcheggio della
panineria. Proprio qui, infatti, uno dei bulli, un diciottenne, ha raggiunto la
giovane sferrandole un pugno in pieno viso e stendendola, quindi, al suolo. Priva
di sensi, Tugce è entrata in coma per non uscirne mai più.
Dopo due
settimane di agonia, i genitori della ventitreenne hanno deciso di spegnere i
macchinari che avevano, fino al momento della decisione definitiva, tenuto artificialmente
in vita la figlia. La ragazza era stata dichiarata cerebralmente morta pochi
giorni prima.
Ha salutato
la sua breve esistenza così l’impavida Tugce, morendo il giorno del suo stesso
compleanno. La storia di questa giovane ragazza però continua a inzupparsi di
amarezza. Le due ragazzine che ha salvato sono scomparse. Per proseguire le
indagini, la polizia ha bisogno delle testimonianze delle due aggredite ma
queste non si sono ancora fatte vive e la risoluzione del caso è zoppicante. Alle
due minorenni si è rivolto, con un appello, il padre della studentessa: “Mia figlia vi
ha salvato. Ha fatto di tutto perché non vi accadesse nulla. Si è addirittura
sacrificata per voi! Per questo, vi prego, andate dalla polizia e rilasciate la
vostra testimonianza. Tugce non tornerà più, ma voi glielo dovete:
testimoniate!”. A ciò si è aggiunta l'indifferenza in cui si sono consumati
quei momenti di violenza: i dipendenti del fast-food, oggi difesi dalla ditta,
non sono intervenuti.
Uccisa anche
dall'indifferenza, Tugce Albayrak, già icona di coraggio, potrebbe
essere insignita della croce al valore civile, come ha proposto il presidente
della Repubblica federale, Joachim Gauck, con l'appoggio del governo della
cancelliera Angela Merkel. Sono
già 160mila le firme per una petizione per concederle la croce al merito
federale. Il suo gesto, infatti, non è passato inosservato: sono decine
di migliaia i messaggi su Facebook e su Twitter per lei. Cinquantamila chiedono
che le sia conferita la più alta onorificenza del Bund tedesco, 89mila
sostengono un gruppo a suo nome. Per moltissimi è già "un angelo",
"un'eroina", un "modello di coraggio civile". Una folla
di circa 1500 persone ha partecipato alla cerimonia funebre per darle l'estremo
saluto. Anche il governatore dell'Assia, Volker Bouffier, e l'ambasciatore
turco in Germania, Hueseyin Avni, erano presenti.
Intanto il
diciottenne, di origine serba, accusato di averla uccisa si trova in carcere,
in custodia cautelare. Rifiuta di rilasciare qualsiasi dichiarazione dopo una
parziale, prima ammissione. A incriminarlo le telecamere del parcheggio del
fast-food. L'autopsia al momento non sembra aver precisato se a uccidere la
ventitreenne sia stato direttamente il pugno o il colpo sull'asfalto. Forse potranno
aiutare a chiarire meglio l'intera vicenda alcuni nuovi testimoni
ascoltati dagli investigatori.
“Quella ragazza
merita tutto l’apprezzamento da parte nostra e da parte di coloro che si
potrebbero trovare in una situazione simile - ha affermato un pensionato di
Francoforte durante il funerale -. Sarà un esempio per tutti noi”.
La mamma della giovane confida: "La mia Tugce voleva fidanzarsi prima di Natale".
(Foto fonte: www.bild.de)
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