Quando si pensa al “popolo della notte” subito
vengono in mente giovani in fila davanti al pub o alla discoteca di turno,
drink sorseggiati per le strade illuminate a giorno anche alle tre di notte, piazze
piene di gente che chiacchiera seduta a un tavolino. Ma non si pensa, magari,
ai nostri vicini spagnoli che alle dieci di sera iniziano la loro cena magari
seduti a un ristorante che ha aperto da pochi minuti. Proprio quando in molti
Paesi scatta l’ora di andare a dormire, in Spagna è ora di cenare. Anche molti
programmi in tv iniziano la loro “prima serata” a quell’ora. I sondaggi mostrano che quasi un quarto della popolazione
spagnola guarda la televisione tra la mezzanotte e l’una. Chi la mattina si
alza molto presto non ha abitudini differenti perché questi orari, per molte
persone considerati insoliti, sono la normalità.
La Spagna, che adesso sta
cercando di riprendersi da una crisi economica devastante, vuole cambiare rotta
a partire dalle lancette dei propri orologi. Ciò rappresenterebbe una vera
rivoluzione per la vita spagnola. Per decenni, infatti, molti ispanici si sono
concessi una lunga pausa pranzo con siesta inclusa. Applicando
una nuova pianificazione del tempo, l'elastico giorno lavorativo sarebbe
rimodulato secondo un orario più in linea con gli standard europei, ovvero
dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio. Anche l’inizio dei programmi
televisivi sarebbe previsto un'ora prima. Alla base delle modifiche proposte c’è
una variazione del tempo stesso che avverrebbe portando indietro gli orologi,
appunto, di un'ora.
Il programma nazionale
attuale può essere fatto risalire alla seconda guerra mondiale quando il
dittatore spagnolo Francisco Franco fece spostare gli orologi in avanti di un’ora
per allinearsi con la Germania nazista. Lo stesso fece a quel tempo il vicino
Portogallo. Dopo
la sconfitta di Hitler, però, il Portogallo tornò a misurare il suo tempo in
relazione al meridiano di Greenwich, mentre la Spagna no.
Per il momento, il
governo spagnolo sta lavorando alla campagna di ottimizzazione del tempo. Nel
mese di settembre scorso, una commissione parlamentare ha raccomandato di mettere
indietro gli orologi di un'ora introducendo una normale giornata lavorativa di
otto ore. Fino ad
oggi, comunque, il governo non ha ancora intrapreso alcuna vera azione in
proposito. Le vecchie abitudini sono dure a morire…
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