Negli Usa, la scalata verso il successo ha i connotati femminili. Le donne
occupano, infatti, il 18% delle poltrone delle cento aziende più importanti
degli States. A rivelarlo è uno degli ultimi studi pubblicati dall’Harvard
Business Review. Negli anni Ottanta nessuna delle cento compagnie riservava posti di spicco al gentil sesso e nel 2001 solo l'11% dei posti di lavoro di alto rango è stato occupato da donne. Ora la conquista del 18% fa ben sperare nelle pari opportunità di genere. Lo studio ha rivelato una media di circa 28 anni affinché le donne raggiungessero le posizioni più ambite, contro i 29 anni per gli uomini.
A
ricoprire ruoli di responsabilità sono anche professionisti che hanno studiato
all’estero. A dispetto dei college riservati ai più facoltosi come Yale e
Harvard, alla ribalta troviamo figure professionali che si sono laureate nelle
università pubbliche, considerate generalmente meno prestigiose e dunque meno
formative. Addirittura, sempre secondo lo studio, i leader con diplomi di
laurea rilasciati da college non privati sono ora la maggioranza. Un vero e
proprio sovvertimento che potrebbe far ben sperare alle classi sociali meno
abbienti di fare strada anche senza doversi indebitare per pagare gli studi ai
propri pargoli. Gli uomini che hanno studiato fuori degli Stati Uniti detengono
circa l'11% delle posizioni di vertice, un notevole aumento rispetto al 2%
stimato nel 1980.
Negli
Usa, d’altronde, si sa che la figura dell’outsider ha sempre riscosso un certo
successo, ma questa volta ha fatto proprio carriera spodestando, il più delle
volte, il perfetto white collar istruito fin dalla tenera età. Cambio di rotta?
Chissà, d’altronde le vere rivoluzioni culturali sono partite sempre “dal basso”.
anche l'America si sta avvicinando al modello universitario europeo (pubblico) data la condizione economica attuale direi che e' inevitabile.
RispondiEliminalo studio deve essere accessibile a tutti.
Sono d'accordo con te. Secondo me le cose potrebbero cambiare durante gli anni.
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