Anche
dal fango può nascere una rosa. Anche da una fabbrica abbandonata può nascere
una speranza che dà vita a un villaggio sociale. Accade a Rio, in Brasile. Gli abitanti
più poveri di una delle tante favelas presenti nella città hanno preso possesso
di un’industria in disuso al fine di trasformarla, appunto, in un villaggio.
All’interno
della fabbrica gli uomini sono intenti a recuperare il materiale presente per
riconvertirlo e utilizzarlo per costruire delle case. E così tutto ciò che vale
la pena di riciclare, dalle tende da doccia alle porte, può trasformarsi, ad
esempio, in un tetto o in delle mura.
Non mancano
i venditori ambulanti nell’industria abbandonata. Si posizionano ogni giorno
nella zona centrale della fabbrica pronti a racimolare qualche soldo.
Compito
delle donne è di sorvegliare l’area occupata che diventerà presto la nuova casa
dove vivere.
Il
movimento di occupazione è stato promosso da un giovane pastore evangelico di
27 anni, André Luiz Ramos, ex spacciatore di droga conosciuto nella favela. Il
pastore ha dichiarato di volere realizzare un villaggio sociale. Così, in pochi
giorni, 7mila persone hanno aderito al movimento.
Una
parte dell'edificio, un ex laboratorio di moda, è occupato dal 1931. Il resto è
stato, fino al 2012, un mulino di lino gestito da un francese arrivato in
Brasile dopo la seconda guerra mondiale. A detta del 75enne, le
autorità locali hanno requisito il sito per convertirlo in alloggi sociali ma
il progetto non è mai andato in porto.
Così,
quando non arriva il governo, arrivano i cittadini che, armati di voglia di
creare qualcosa di buono ma soprattutto desiderosi di realizzare una casa dove
vivere dignitosamente, hanno occupato i locali.
Come Eliana
Christina di 27 anni. La
ragazza condivideva, con i suoi tre figli, due stanze della casa di sua zia con
altre quattro persone. Quando
ha sentito parlare della fabbrica, Eliana si è precipitata felice di trovare un
alloggio.
Il capo della polizia ha dichiarato di non aver ricevuto nessun ordine di intervento, ma gli occupanti rimangono a rischio perché qualsiasi tipo di invasione di un edificio di proprietà altrui, anche se dello Stato, rimane comunque illegale.
(Foto fonte: lemonde.fr)
Nessun commento:
Posta un commento