venerdì 7 marzo 2014

TEXAS: DOPO LE RIDUZIONI DEL DIRITTO D’ABORTO, INIZIANO A CHIUDERE LE CLINICHE


Ha chiuso le sue porte per sempre l’ultima clinica specializzata negli aborti della Valle del Rio Grande, una regione a sud del Texas. La cessazione dell’attività segue altre chiusure provocate dall’approvazione della legge anti aborto che vieta l’interruzione di gravidanza oltre la 20esima settimana e dispone la chiusura della maggior parte delle cliniche dello Stato in cui si pratica. La legge rappresenta una delle più radicali azioni contro l’aborto mai approvata finora negli States. Per i pochi centri medici specializzati rimasti gli obblighi e i controlli sanitario-amministrativi saranno molto più severi e dovranno rispondere a delle norme ben precise.

Nel 2011 erano ben 44 le strutture che eseguivano l’aborto, adesso se ne contano 24. La legge entrerà a pieno regime a settembre. Allora le cliniche rimaste saranno solo 6. Alcuni gruppi anti aborto hanno asserito che la chiusura delle cliniche è dovuta principalmente alle condizioni definite “deplorevoli” perché in contrasto con le norme di sicurezza dello Stato. I contrari alla legge, invece, ritengono la norma un modo per aumentare la pressione finanziaria sugli ospedali, provocandone così la chiusura.

Sono 30 gli Stati americani in cui è ridotto il diritto all’aborto. In soli due anni, sono state varate 130 leggi che vietano o limitano la pratica. Gli States si stanno allontanando di gran lunga dal quel 1973, anno in cui la storica sentenza “Roe v. Wade” legalizzò l’interruzione di gravidanza.

Sulla scia del Texas, il North Dakota ha votato una legge che rende illegale l’aborto quando il feto mostri segni di anormalità cromosomiche, come la sindrome di Down. Del resto, in gran parte del Midwest, sono ormai rarissime le cliniche dove a una donna è concesso abortire.

Favorevoli o contrari, quell’America considerata così progressista e all’avanguardia, che spesso guarda con aria di superiorità l’Italia cattolica, sembra soltanto appartenere a un ideale di piena libertà che non corrisponde concretamente al vero e che, soprattutto, non ha un effettivo riscontro giuridico.

(Foto fonte: The New York Times)
 
 

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